mercoledì 11 agosto 2010

L' epidemia della paura e la fabbrica del razzismo di Giuseppe Prestipino


Qualsiasi dicotomica frattura tra migranti e nativi è improponibile, anche perché noi umani siamo tutti migranti, se consideriamo le nostre origini più remote. Il razzismo come ideologia moderna ha radici in America. Scriveva Gramsci: «Per il Grant i mediterranei sono una razza inferiore e la loro immigrazione è un pericolo; essa è peggiore di una conquista armata e va trasformando New York e gran parte degli Stati Uniti in una "cloaca gentium"». Ma la fuga dal proprio paese è causata proprio da una guerra di conquista, più spesso da una guerra economica portata dalla modernizzazione occidentale con le armi delle monoculture industrializzate, con la rapina delle risorse minerarie altrui, con i brevetti estesi anche ai prodotti locali e ancestrali. Sono eliminate o soffocate le attività lavorative tradizionali perché, là dove vivono tre quarti della popolazione mondiale e metà degli abitanti sono contadini, «il paese più progredito vende le sue merci al di sopra del loro valore, benché più a buon mercato» dei concorrenti. Così scriveva Marx. La sconfitta del razzismo, dunque, non è uno dei nostri problemi; è il problema, sia nel conflitto tra lavoro e capitale, sia nella ricerca di una via di uscita dalla crisi della democrazia e dello Stato nazione. La cittadinanza agli immigrati è tanto più rifiutata quanto più si aggrava, nei nostri paesi, la crisi della cittadinanza in generale.
E' un «apartheid a livello globale», sostiene Samir Amin, conseguente a «una accumulazione per esproprio» che, come quella primitiva, permane in tutta la storia del capitalismo. Vi è chi vede e teme, invece, un sistema che include le sue vittime. Direi che include nel suo "pensiero unico" anche gli esclusi. Dividendoli e stratificandoli su molteplici livelli di crescente esclusione, il sistema li fa nondimeno partecipi della sua dura logica competitiva, incitando alla lotta degli ultimi contro gli ultimissimi. Anche oggi il potere di vita e di morte è esercitato dalla "razza padrona", non tanto con gli spari delle varie Rosarno, quanto con i naufragi senza soccorso, con le leggi che vietano gli sbarchi dei clandestini e di fatto ne decretano la pena capitale. L'odio dell'europeo incolto verso gli immigrati misconosce l'irreversibilità dei processi che hanno oggi unificato il mondo, pur se pessimamente. Non sa neppure che, tra pochi decenni, gli "altri" (oggi in grande maggioranza tra la popolazione mondiale, per il peso demografico dei continenti extra-europei) saranno maggioranza anche in ciascuno dei nostri paesi. L'europeo incolto ignora che dalle divisioni tra i lavoratori anche quelli metropolitani sono colpiti nei loro salari e nel loro tenore di vita
Ma, oltre che da abissale incultura, l'odio per l'immigrato affiora da una sorta di inconscio collettivo di auto-colpevolizzazione. Giacché quell'europeo infelice, nel temere che ogni immigrato sia un criminale per nascita o per vocazione, trasferisce e vede in lui incarnata proprio la criminalità degli stessi popoli "civili" colonizzatori che, nei secoli, hanno massacrato e umiliato la sua gente e hanno depredato la sua terra, con industriosi e moderni impedimenti frapposti all'esercizio delle sue laboriose virtù secolari, alla sua agricoltura "primitiva" ma in passato sufficiente per procurargli acqua, alimenti e vita.
Se negli anni della guerra fredda i lavoratori occidentali lottavano con successo, anche perché presumevano (o si illudevano) di ricevere dai paesi est-europei un esempio e un incitamento, gli odierni bassi salari est-europei offrono un duplice vantaggio al capitale globale che, minacciando di trasferire in Polonia e in Serbia altri stabilimenti ancora ubicati a Pomigliano o a Termini Imerese o anche a Mirafiori, può suscitare rivalità e divisioni tra i lavoratori italiani e quelli serbi o polacchi. Questa nuova tecnica del dominio convince forse non pochi lavoratori che, per venir fuori dalla crisi, unici rimedi sarebbero abbassare i salari, cancellare i diritti (anche costituzionali) e assecondare i disegni delle imprese. La condivisione popolare del neoliberismo ricondurrà le maggioranze a votare per le destre, nelle probabili elezioni politiche, e quindi farà della democrazia autoritaria e populista un mezzo più efficace del fascismo per salvaguardare, egemonicamente, il dominio delle forze conservatrici?
Dunque, il nuovo razzismo non è soltanto un fenomeno di imbarbarimento e di miseria morale. Esso risponde a una logica intrinseca scientemente architettata dal nuovo capitale globale per addossare la sua crisi organica al lavoro dipendente. La forzosa sottomissione degli immigrati è un ostacolo che impedisce le lotte unitarie e perciò immobilizza anche i nativi, la cui frammentazione-frustrazione (invece che incitarli contro il padronato, artefice della manovra) si lascia facilmente incitare all'odio razzista verso gli stessi immigrati, con i quali i nativi dovrebbero, al contrario, attivamente solidarizzare per difendere anche se stessi. Si mobilitino, per la solidarietà e per i diritti universali, anche i più pigri tra gli intellettuali. A seguito della manifestazione del 17 ottobre 2009, abbiamo tenuto un seminario nell'Università Roma 3, al quale hanno dato voce, insieme con il sottoscritto, Alberto Burgio, Raniero La Valle («razzismo e xenofobia hanno culturalmente innervato e accompagnato per secoli la storia e la filosofia dell'Occidente. In Italia quei fantasmi ritornano»), Giacomo Marramao, Raul Mordenti, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Dario Renzi, Annamaria Rivera e Mario Tronti, il quale ha definito gli immigrati «una sotto-classe, un sottoproletariato moderno, parte di un esercito globale di riserva, al comando della produzione, della circolazione e dello scambio capitalistici. Con dentro, una sorta di divisione etnica del lavoro. Sta di fronte al movimento operaio dei paesi sviluppati il compito di un nuovo internazionalismo».

Giuseppe Prestipino

Fonte www.liberazione.it

domenica 8 agosto 2010

Ungheria si ribella a UE e FMI

DI JEROME DUVAL
mondialisation.ca

L'Ungheria, che dal 1 ° gennaio 2011 assumerà per sei mesi la presidenza dell'UE , subisce pesantemente le conseguenze di una crisi finanziaria che sembra non finire. Pur non essendo così distante dai parametri di Maastricht in materia di deficit pubblico (3,8% nel 2008), l'Ungheria è il primo paese dell'Unione europea ad aver ottenuto il sostegno finanziario della Troika costituita da: Fondo Monetario Internazionale, Unione Monetaria e Bce (Banca Mondiale)

Nel mese di ottobre 2008 è stato concordato un piano di finanziamento di 20 miliardi di euro: 12,3 miliardi messi a disposizione dal FMI, 6,5 dall’Unione europea e uno dalla Banca Mondiale. Lo stock del debito è cresciuto in maniera automatica: oltre alla perdita secca dovuta al pagamento degli interessi, che aggrava il deficit, alla popolazione sono state imposte pesanti condizioni, l'aumento di 5 punti percentuali di IVA, attualmente al 25%, l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni, il congelamento per due anni dello stipendio dei funzionari, la soppressione della tredicesima per i pensionati, la riduzione degli aiuti pubblici all'agricoltura e al trasporto ...



L'estrema destra entra in Parlamento

In passato l’Ungheria, governata dai socialdemocratici, era riuscita a tenere in piedi un sistema di relative garanzie sociali, ma l'attuazione delle misure di austerità imposte dal FMI, ha scontentato la popolazione e giovato alla destra conservatrice, che nell’aprile 2010 ha vinto le elezioni legislative. La vittoria del nuovo primo ministro conservatore, Viktor Orban, è stata accolta con favore dall’agenzia Fitch Ratings secondo la quale il partito di Orban, Fidesz, che ha ottenuto la maggioranza necessaria per modificare la Costituzione "rappresenta un'opportunità per introdurre riforme strutturali”. (1) I socialdemocratici hanno riportato una sconfitta storica aprendo la strada all’estrema destra (Jobbik) che per la prima volta è entrata in parlamento con la percentuale del 16,6% .

Non appena insediatosi, il governo ha diffuso dichiarazioni allarmistiche sulla situazione finanziaria del paese, chiamando in causa una sottostima dei conti da parte del precedente esecutivo che, in realtà, avrebbe portato al 7,5 % il rapporto tra il deficit e il PIL, ben al di sopra quindi del 3,8% previsto dal Fondo monetario internazionale. Bluff o falsificazione dei conti? In seguito a queste dichiarazioni, il 5 giugno 2010, il panico fa crollare le Borse di Londra, Parigi, Budapest ... e l'euro si deprezza nel timore di una crisi simile a quella della Grecia. Il governo sotto pressione, nel tentativo di recuperare, diffonde comunicati per tentare di calmare gli speculatori.

Tassazione del capitale o del lavoro ?

Per contenere il deficit al 3,8% del PIL nel 2010, come concordato con il Fondo monetario internazionale e l'UE, il governo sta lavorando all’approvazione di una tassa straordinaria sull’intero settore finanziario, che permetterebbe di prelevare lo 0,45% dell’attivo dichiarato dalle banche (calcolato non sul profitto, ma sul fatturato), di tassare fino al 5,2% le entrate delle compagnie assicurative e fino al 5,6% quelle degli altri istituti finanziari (borse, agenti finanziari, gestori di fondi d’investimento ...). L’Ungheria supera così Obama che ha annunciato una tassa sulle banche dello 0,15% solamente. Ma questo provvedimento, che dovrebbe garantire un gettito di 650 milioni di euro l'anno per due anni (2010 e 2011), circa lo 0,8% del PIL secondo le stime del governo, non piace alle banche che fanno pressione minacciando di ritirare gli investimenti in Ungheria. Il Fondo monetario ha dal canto suo sospeso i negoziati avvertendo che chiuderà il rubinetto del credito concesso nel 2008, e questo nonostante che il piano di finanziamento, con scadenza inizialmente prevista a marzo 2010, fosse stato prorogato a ottobre dello stesso anno.

E’ evidente che il piano di tassazione delle banche, vero pomo della discordia tra l'Ungheria e Fmi, costituisce l’ostacolo al proseguimento del prestito. Il Fondo ritiene che il paese dovrebbe adottare misure in linea con il dogma corrente neoliberista: col che s’intende tassare i poveri prima delle banche. Certamente i poveri hanno pochi soldi…ma ce ne sono tanti!... A qualcuno sfugge il cinismo?

Inoltre, la previsione di un tetto agli stipendi dei dipendenti pubblici, compreso il governatore della banca centrale, è in netto contrasto con le raccomandazioni del Fondo che preferisce un livellamento “dal basso” attraverso la riduzione o il congelamento dei salari, com’è avvenuto in Grecia o in Romania. Attenzione a non farsi illusioni su un partito di governo che già nel 1990 aveva favorito l’ingresso del neoliberismo...

« O la tassa sulle banche, o l’austerità»

Christoph Rosenberg, capo della delegazione del Fmi in Ungheria, riporta la richiesta di maggiori dettagli sul bilancio del prossimo anno da parte dell'organizzazione internazionale: "Quando torneremo, sempre che non sia la settimana prossima, il governo avrà proseguito nella definizione del bilancio 2011 e sarà un bilancio molto importante". (2).
Ancora una volta il Fondo monetario internazionale si appresta a riesaminare la copia del governo e interviene direttamente nella definizione del bilancio ungherese a dispetto dalla sua sovranità. Nell’attesa, il FMI stima che il paese dovrà prendere "misure supplementari" di austerità per raggiungere gli obiettivi di disavanzo che si è dato. Dal canto suo il ministro dell'Economia, Gyorgy Matolcsy ha dichiarato in un’intervista che: "Abbiamo detto (ai nostri partner N.d.T.) che non c’è modo di aggiungere ulteriori misure di rigore a quelle già prese [...].: da cinque anni stiamo applicando un piano di austerità , e quindi è fuori questione”.
"Applicheremo la tassa sulle banche, sappiamo che si tratta di un fardello pesante, ma sappiamo anche che possiamo raggiungere (l'obiettivo), del 3,8% di disavanzo ". “O la tassa sulle banche, o l'austerità" Ha anche aggiunto (3). Per contenere un’estrema destra in continua ascesa, la destra conservatrice al potere vuole evitare misure impopolari in vista delle prossime elezioni comunali previste per ottobre e respinge qualsiasi ulteriore negoziato con il Fondo.

Rottura delle trattative tra Ungheria e FMI ?

Il 17 luglio il FMI ha sospeso le trattative e, di conseguenza, l’utilizzo della parte residua del credito. La reazione dei mercati non si è fatta attendere, e il fiorino, la moneta nazionale, ha perso circa il circa il 2,4% in apertura, mentre la Borsa ha subito una perdita di oltre il 4%. Il primo ministro, Viktor Orban, ringraziando il FMI per il suo "aiuto durante i tre anni" ha indicato che "l’accordo sul prestito è scaduto nel mese di ottobre, e quindi non c'era niente da sospendere.”
"Le banche sono all’origine della crisi mondiale, è normale che contribuiscano a ripristinare la stabilità", ha sottolineato (4).

Il 22 luglio la nuova legge della tassa sulle banche, che prevede inoltre la riduzione del prelievo fiscale sulle piccole e medie imprese (PMI) dal 16 al 10 %, è stata approvata con una larga maggioranza (301 voti a favore e 12 contrari) dal Parlamento guidato dal Fidesz di Orban . Non sorprende che il giorno dopo, le agenzie di rating Moody's e Standard and Poor's abbiano messo sotto osservazione l’Ungheria per un possibile declassamento del rating. Il ruolo di queste agenzie, giudici e parti di un sistema speculativo strangolatore, è presto detto: si alza il rating del governo conservatore salito al potere che aderisce al programma di austerità capitalista, si abbassa quando ci si rende conto che le misure non sono in linea con il dogma neoliberista.

Il quotidiano “Le Monde” sostiene i creditori

Diversamente da quanto sostiene il quotidiano francese Le Monde (5) nella sua edizione del 20 luglio, occorre appoggiare l’insubordinazione manifesta del governo ungherese al FMI,e sostenere l'idea che anzi deve fare lo stesso con l’altro suo creditore, l'Unione europea. Prendere le distanze da tali creditori non è un torto al popolo ungherese, per il quale pagare un debito alle condizioni imposte dal FMI e dalla UE è già un pesante fardello.

Naturalmente occorre andare oltre una semplice rottura diplomatica, proponendo, ad esempio, un fronte dei paesi a favore della cancellazione del debito, perché, come ha detto giustamente San Kara , ex presidente del Burkina Faso, pochi mesi prima di essere assassinato: "Il debito non può essere rimborsato innanzitutto perché ,se non paghiamo , i nostri creditori non moriranno, stiamone pur certi. Mentre, se paghiamo, siamo noi che moriremo .E anche di questo possiamo essere certi…(... ) Se solo il Burkina Faso si rifiuta di pagare il debito, non sarò qui alla prossima conferenza. Ma, con il sostegno di tutti, di cui ho bisogno (applausi), con il sostegno di tutti possiamo evitare di pagare. Ed evitando di pagare potremo impiegare le nostre scarse risorse per il nostro sviluppo." (6)
Solo una mobilitazione popolare che pretenda la verità sulla destinazione del denaro preso in prestito così come anche la soddisfazione delle richieste in termini di salari, occupazione o garanzie sociali, potrà ottenere che i veri responsabili della crisi ne paghino il costo.

Perciò è di vitale importanza per i popoli d'Europa e altrove, contestare questi debiti macchiati d’illegalità e rifiutarne il pagamento. E’ un primo passo verso la sovranità che permetterebbe di dirottare gli enormi fondi dedicati al rimborso del debito verso i bisogni reali della popolazione, la salute, l'istruzione, le pensioni, e (permetterebbe) di tutelare il servizio pubblico e non delegarlo ad aziende private.

Jerome Duval
Fonte: www.mondialisation.ca
Link: http://www.mondialisation.ca/index.php?context=va&aid=20450
3.08.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RAFFAELLA SELMI

venerdì 9 luglio 2010

La lezione del Golfo del Messico: il petrolio del prossimo futuro dovra' arrivare da situazioni simili.

La vicenda del Golfo del Messico, a parte le conseguenze ambientali disastrose e ancora da quantificare, ha fatto conoscere al mondo i rischi ma anche alcune conseguenze abituali delle trivellazioni marine. Questo tipo di produzione nel prossimo futuro dovra' fornire al mondo il petrolio nella quantita' che l' attuale "sistema" richiede,anche se ormai potra' farlo solo per pochi anni.

"UN 11 SETTEMBRE ECOLOGICO" questa e' una definizione del Presidente Barak Obama per le conseguenze dell' esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, sfruttata dalla Bp. (Ricordo che nell' esplosione sono morti 11 lavoratori). Questa vicenda ha mostrato al mondo come funzionano le trivellazioni marine per l' estrazione del greggio. A 1525 metri sott' acqua e poi a 4500 metri sotto il suolo, il pozzo della Deepwater Horizon e' classificato come in acque profonde, con 300 atmosfere di pressione alla bocca del pozzo. Questo tipo di trivellazioni sta aumentando, visto che nuovi giacimenti sulla terra ferma o in acque poco profonde sono diventati rari.I pozzi piu' profondi attraversano fino a 7000 metri di sedimenti e rocce sotto 3000 metri

Il pezzo integrale, sintesi di un articolo ripreso dal settimanale Carta, e' pubblicato sul blog http://myspace.com/energiaoggiedomani

giovedì 8 luglio 2010

Arrivera' il Governo Berlusconi al 25 luglio 2010 ?

COMMENTO DEL 4 LUGLIO SULL' ESTATE ANOMALA

Il 30 maggio ho scritto il pezzo successivo sul governo Berlusconi, dopo piu' di un mese leggendo delle persistenti difficolta' del governo su manovra economica e ddl intercettazioni ho voluto rileggerlo per vedere cosa reggeva di quanto scritto e cosa fosse stato smentito dai fatti.
Hanno retto il giudizio sulle difficolta' e confusione del governo a portare a termine la manovra e altri provvedimenti. Cosa non ha retto ? Nel pezzo scrivevo che Confindustria e Unione Europea non vedevano di buon occhio che una manovra importante fosse portata avanti da Berlusconi che era inviso per i suoi atteggiamenti arroganti a tanta gente. Sbagliavo, Confindustria, Bankitalia e Unione Europea hanno appoggiato la manovra di Berlusconi, nonostante dopo un mese questa sia ancora in alto mare, non ancora definita e con resistenze forti nello stesso blocco sociale e politico che appoggia il centrodestra. Regioni (comprese quelle di centrodestra) e forze dell' ordine in questi giorni rifiutano e contestano parti della manovra.Oggi 4 luglio (un mese dopo lo scritto che segue) non si sa come sara' questo aggiustamento dei conti pubblici, non si sa come andra' il ddl intercettazioni. Con mille problemi gravissimi sul tappeto si dice,tra molte altre cose,anche che potrebbero esserci anche elezioni anticipate perche' il capo del governo vuole a tutti i costi questo decreto. Incertezza piu' totale, ma anche passivita' e indifferenza verso tutto quello che non ci riguarda direttamente. Ognuno reagisce minacciando "fuoco e fiamme" per quelli che reputa suoi diritti. Per questioni gravissime che riguardano altri indifferenza assoluta. Questo e' il mio commento il 4 luglio. Vedremo alla fine del mese cosa avra' prodotto questo intreccio tra problemi gravi e indifferenza e passivita' .

ARRIVERA' IL GOVERNO BERLUSCONI AL 25 LUGLIO 2010 ?
30 maggio 2010

In questo momento Berlusconi e' in evidente difficolta'. Non e' la prima volta che appare prossimo all' uscita di scena come protagonista politico ed e' sempre riuscito a rimanere in sella; puo' contare su tanti alleati, su una potenza mediatica imponente sotto il suo controllo diretto, su fedeli e influenti appoggi tipo Bruno Vespa o il Corriere della Sera che pero' rimarranno sulla scena anche dopo la sua uscita dall' arena politica. Tuttavia le difficolta' attuali appaiono piu' difficili da superare rispetto alle precedenti. Il dover chiedere sacrifici in nome di una grave crisi economica smentisce tante sue affermazioni del passato e questa volta lo potrebbero capire anche le persone piu' semplici e piu' sensibili alla sua propaganda. La sua arroganza verso chi non lo omaggia (compreso l' alleato Fini) non e' gradita neanche alla Confindustria che vorrebbe spremere gli strati piu' deboli senza indispettire i possibili oppositori con atteggiamenti inutilmente offensivi. Berlusconi sta ,tra le altre cose, infastidendo tutto il mondo dell' informazione mettendogli bavagli vari per difendere i suoi interessi personali mentre l' alleanza con l' informazione serve ora alla Confindustria e ai moderati di ogni tipo per fare ingoiare provvedimenti impopolari.
Anche la Comunita' Europea che impone scelte dure a tutta Europa credo che non sia contenta che in Italia queste misure siano chieste dal nostro che rischia di aumentare l' ostilita' della popolazione anche con l' ostentazione dei suoi lussi e della sua eccessiva ricchezza.
Le reazioni alla manovra in Italia sono appena cominciate ma questa, inserita in un contesto sociale gia' provato, proposta da una persona invisa ad una parte rilevante dell' opinione pubblica, compreso l'elettorato del centrosinistra moderato, schieramento che invece in tutta Europa difende le misure impopolari ,rischia di ricevere un rifiuto di massa, quasi una disubbidienza civile. E questo rifiuto rischia di essere condiviso anche dalla Confindustria e altri ambienti moderati che mal digeriscono la sua arroganza.
Siamo quasi all' inizio di giugno e l' Italia vorrebbe pensare alle vacanze e ai mondiali di calcio, le citta' cominceranno tra poco a svuotarsi progressivamente. La stagione favorisce il disinteresse verso la politica e l' impegno, ma potrebbe essere una estate anomala. In fondo e' da un po' che tutti diciamo che non ci sono piu' le stagioni di una volta.

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venerdì 2 luglio 2010

Forse in questa primavera 2010 e' iniziata la transizione reale dall' era del petrolio

Il disastro del Golfo sta lasciando un segno profondo nell' opinione pubblica, ha mostrato i rischi che le future ricerche di nuovi giacimenti faranno correre all' ambiente ma ha mostrato anche quello che succede abitualmente nella produzione di petrolio. Nei posti piu' sperduti non ci sono telecamere che riprendono in diretta le varie fasi delle operazioni ma danni ambientali gravi ci sono sempre stati, pero' non tutti i popoli sono uguali; i disagi dei ricchi sono piu' importanti di quelli dei piu' poveri.
Se si vorra' evitare situazioni simili a quelle di queste settimane, occorrera' spendere in sistemi di sicurezza, evitare azioni in assenza di garanzie minime e in presenza di rischi eccessivi. Insomma i costi cresceranno, questo processo di aumento progressivo delle difficolta' e dei costi per le ricerche di nuovi giacimenti era gia' dato per scontato e arrivera' il momento che la domanda di petrolio superera' l' offerta. A quel momento arriveremo impreparati, cerchiamo almeno di arrivarci sapendo quello che succedera' e quello che potrebbe essere fatto. L' energia elettrica puo' da subito essere prodotta con altre fonti, rinnovabili e no, e le rinnovabili hanno gia' una maturita' tecnologica collaudata. In Europa il 61% della nuova potenza installata (che non equivale al 61% dell' energia prodotta da nuovi impianti perche' un kw di potenza di un impianto fotovoltaico produce meno annualmente di un kw di potenza da altre fonti)e' da fonte rinnovabile. I problemi piu' grossi saranno nei trasporti dove la dipendenza dal greggio e' quasi al 90% e nell' agricoltura. Tutto il greggio che ora viene consumato ma che potrebbe essere subito sostituito da altre fonti andrebbe sostituito immediatamente, sprechiamo una risorsa che diventera' in futuro sempre piu' preziosa. Ma i cambiamenti necessari non sono solo tecnologici sono anche culturali, simbolici, politici. Tutto il sistema dei trasporti va ripensato e il modello di trasporto di un auto per ogni individuo non ha piu' senso. Il trasporto pubblico considerato un ricordo del passato, uno strumento in via di estinzione, dovra' tornare centrale, soprattutto per le grandi distanze e nei centri urbani metropolitani. Il trasporto aereo dovra' essere limitato cosi' pure il trasporto merci via gomma. Lo spreco attuale e' enorme, sarebbero gia' possibili drastici tagli, ma i cambiamenti avvengono per shock non per ragionevolezza e previdenza. Puo' essere gia' iniziata una azione continua in questa direzione, con pazienza e continuita', affrontando il problema nella sua complessita', in tutti i suoi diversi settori.
Forse la transizione reale dall' era del petrolio e' iniziata proprio in questa primavera 2010.

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domenica 20 giugno 2010

Necessaria una mobilitazione per ufficializzare il nuovo conto energia 2011.

Il nuovo conto energia 2011 non e' stato ancora ufficializzato. Esiste una bozza redatta dal Ministero per le attivita' produttive ma la Conferenza Stato-Regioni ritarda l' approvazione di queste disposizioni. La manovra economica rende in questo momento tempestose le relazioni Governo-Regioni ma il ritardo di queste norme blocca di fatto attivita' commerciali e investimenti. Preoccupa anche che sono forti e influenti settori che hanno interessi in fonti concorrenziali e diverse dalle rinnovabili e dal solare in particolare. Il nuovo conto energia 2011 interessa impianti che finiranno i lavori nel 2011 ma questi impianti dovrebbero aver cominciato da mesi ad essere progettati, quindi il danno economico e allo sviluppo di questa tecnologia e' gia' presente. Associazioni di categoria e associazioni ambientaliste dovrebbero fare una pressione congiunta che potrebbe trovare l' apporto di una parte attenta e sensibile di opinione pubblica.

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notizie e commenti sulla questione energetica

Osservatorio settimanale sulle tendenze della questione energetica. N.6

Sul blog http://myspace.com/energiaoggiedomani
notizie e commenti sull' energia e picco petrolio

Prezzo petrolio
La scorsa settimana scrivevo che il prezzo del greggio nel medio periodo era destinato a salire soprattutto per le conseguenze del disastro del Golfo del Messico sull' industria estrattiva.Questa settimana il prezzo e' cresciuto nei primi tre giorni e si e' stabilizzato a fine settimana. Questa la serie settimanale.

11/6 74.95

12/6 74.33

18/6 76.28

19/6 76.85

Altri indicatori della congiuntura economica

12/6 cambio euro/dollaro 1 E=1,213 $
indice Mib Milano 19880

19/6 cambio euro/dollaro 1 E=1,237 $
indice Mib Milano 20752


L' euro si e' leggermente rafforzato e la Borsa e' salita nonostante le prospettive economiche in Italia non siano poi molto promettenti. Complessivamente pero' il quadro, con il prezzo del greggio che ha ricominciato a salire mentre le aspettative sulla congiuntura economica non hanno ancora smesso di scendere, e' preoccupante.
Il pericolo e' che l' economia europea si fermi mentre i paesi emergenti vanno avanti e il prezzo del petrolio cresce. L' Europa e' in uno stallo pericoloso la politica neoliberista fallimentare viene sempre sostenuta dalla politica di centrodestra e di centrosinistra.

Industria dell' auto
Sono stati pubblicati dati sul calo delle immatricolazioni auto a maggio, ma la tendenza era gia' nota da una decina di giorni. L''industria dell' auto e' in grossa difficolta' ma questo viene negato.

Fotovoltaico
Il nuovo conto energia per il fotovoltaico e' sempre da definire ufficialmente e in settimane di tagli selvaggi c'e' poco da stare tranquilli. Nel mio blog Energiaoggiedomani un intervista al sottosegretario Scaglia.

Il fotovoltaico parte anche in Inghilterra, da qualenergia.it
"...Dal 1° aprile 2010, dunque, anche la Gran Bretagna si è dotata di una tariffa feed-in per il fotovoltaico sul modello del nostro conto energia: il cosiddetto Clean Energy Cashback . Un incentivo molto generoso che, ad esempio per gli impianti sotto i 4 kW su edifici già esistenti, arriva a riconoscere per 25 anni 46 centesimi di euro per ogni chilowattora prodotto, a cui si vanno ad aggiungere – oltre al risparmio in bolletta – circa 3,3 centesimi per ogni kWh prodotto, ma non consumato. Tradotto: il fotovoltaico diventa un investimento appetitoso anche sotto il pallidino sole britannico...."


Solare termico
Il solare termico in Europa nel 2009 ha diminuito le installazioni rispetto al 2008, anno in cui era cresciuto del 60%. Questa la serie della nuova potenza installata negli ultimi tre anni.

2007 2,1 GWth

2008 3,3 GWth

2009 3,0 GWth



La potenza totale installata in Europa e' 22 GWth


In Italia la serie della nuova potenza installata negli ultimi anni e'

2006 130 MWth

2008 300 MWth

2009 285 MWth

Nel 2009 il nostro paese e' il secondo in Europa dopo la Germania per nuova potenza installata. La potenza totale installata in Italia e' 1,5 GWth.

domenica 13 giugno 2010

Osservatorio settimanale sulle tendenze della questione energetica. N.5

Sul blog http://myspace.com/energiaoggiedomani pubblico ogni settimana (la domenica) un osservatorio sulla questione energetica con dati e notizie che ritengo utili a capire processi in corso. Questa settimana e' dedicata all' Europa. L' intreccio delle tendenze presenti infatti mi sembra comporti dei rischi, seguirli costantemente aiutera' eventualmente a comprenderli prima.

Osservatorio settimanale sulle tendenze della questione energetica. N.5

Questo numero lo dedico all' Europa perche' ritengo rischiosi per il Vecchio Continente alcuni processi che si stanno verificando.
Ad aprile, prima della crisi greca, il prezzo del petrolio era attorno a 85 $/barile,quando questa e' esplosa, e' sceso subito a 72/74 $ (con punte sotto i 70$) e si e' poi stabilizzato. Dunque il prezzo del greggio si e' stabilizzato mentre invece le aspettattive per la congiuntura economica hanno continuato a scendere. Alla crisi greca e' seguita la stretta sui bilanci statali europei (in corso) che portera' ad un ulteriore rallentamento dell' economia. Quindi la turbolenta fase economica iniziata ad aprile e' ben lontana da un assestamento. La crescita europea nei prossimi mesi sara' lentissima ed io credo proprio che per alcuni paesi sara' recessione. Tutto questo con un euro debole, il cambio ora e' circa 1 E = 1,20 $.
In questo quadro gia' poco incoraggiante si inserisce il disastro della piattaforma nel Golfo del Messico che sta lasciando un segno indelebile non solo sull' ambiente di una vasta area geografica ma anche sull' intera industria estrattiva petrolifera. Le ricerche di nuovi giacimenti avranno un rallentamento e questo influira' sul prezzo del greggio.
Queste sono le tendenze di fondo , le dimensioni che prenderanno queste tendenze nel medio termine sono tutte da vedere. Potrebbero essere pesantissime (recessione con un prezzo alto del petrolio) o molto piu' leggere di quello che io temo in questo momento.
Seguiro' dunque la situazione europea con attenzione e continuita' per un po' di tempo, confrontando dati e seguendo le loro variazioni. Johan Galtung, studioso dei conflitti,dice che l' atteggiamento di chi vuole evitare le guerre deve essere quello di un medico. Quindi e' necessaria una diagnosi, una terapia e una prognosi. In questo momento l' Europa non e' in salute e deve essere seguito il decorso della malattia, le cure date a me sembrano favorire e non prevenire ulteriori aggravamenti.

prezzo petrolio 9/6 72.65 $/barile

prezzo petrolio 12/6 74.33 $/barile

cambio euro-dollaro 9/6 1E=1,196 dollari

cambio euro-dollaro 12/6 1E=1,121 dollari

Indice Mib Milano 9/6 18754

Indice Mib Milano 12/6 19880

In questi quattro giorni l' euro e' risalito leggermente come l' indice di borsa,si e' detto per la prima volta che la manovra in Italia potrebbe frenare la crescita. La piccola crescita prevista per i prossimi due anni riportarebbe l' economia al livello del 2008, ben poca cosa, il sistema e' basato sulla crescita continua, la stagnazione e' gia' un problema.

Questa la serie settimanale del petrolio:

4/6 74,43 $/barile

9/6 72,65 $/barile

11/6 74,95 $/barile

12/6 74,33 $/barile

Quindi il greggio e' stato costante sui 74,50 $/barile con oscillazioni tra 72 e 75 dollari.

Fotovoltaico:
Ancora niente sul nuovo conto energia che sara' in vigore dal 1 gennaio 2011.Era stato scritto che forse ne avrebbero parlato alla Conferenza Stato-Regioni del 10 giugno ma non ci sono ancora notizie in merito. Ricordo che il nuovo conto energia sara' valido per gli impianti che avranno terminato i lavori dopo il 1 gennaio, quindi sono impianti che saranno promossi, contrattualizzati, progettati, installati nei mesi precedenti,di conseguenza al momento sono gia' rallentati investimenti e iniziative commerciali.

sabato 5 giugno 2010

Osservatorio sulle tendenze della questione energetica N.4

Una rivoluzione energetica e' indispensabile e sara' inevitabile. L' attuale sistema energetico e' insostenibile non solo per i danni a clima e ambiente ma e' anche incompatibile con la stabilita' economica della societa' e consuma troppe risorse ormai, relativamente, scarse. Il processo del picco petrolifero e l' insostenibilita' dell' attuale sistema dei trasporti sono dei vincoli che hanno fermato e fermeranno "il modello di svluppo vincente fino ad adesso". Le energie rinnovabili per la produzione di energia elettrica sono mature tecnologicamente per un salto decisivo, ma lottano ancora con chi ha interessi nelle fonti fossili e nelle centrali nucleari.
Settimana per settimana seguiro' le novita' in questi tre processi che vedo ineluttabili ed altri ancora.


prezzo petrolio da kyotoclub

4/6/2010 74,43 $/barile


28/5/2010 74,65 $/barile


Il prezzo del petrolio indicato e' sempre quello del venerdi' sul sito Kyotoclub in modo che i dati delle diverse settimane siano sempre omogenei. Il prezzo in queste settimane segue la curva delle aspettative per la congiuntura economica ma e' influenzato anche dal disastro della Louisiana che ha reso evidenti i rischi e i costi delle ricerche attuali. In questo momento sono due tendenze contrastanti: la crisi greca ha abbassato le aspettative economiche a breve-medio termine e tende a spingere il prezzo verso il basso; il disastro del Golfo del Messico potrebbe rallentare o rendere piu' costosa la ricerca di nuovi giacimenti e spinge il prezzo verso l' alto.

L' euro e' a 1,20 dollari ai minimi storici, le borse venerdi hanno avuto un brusco ribasso. Il prezzo della benzina sui 1,400 euro il litro e risente della oscillazione dell' euro verso il basso.

In Europa a maggio senza incentivi crollano le immatricolazioni :
in Germania -34% e nel Regno Unito -25%: dove manca il doping degli incentivi, le vendite ristagnano. E anche a chi li ha ancora, non sempre va bene (Francia -11,5%). Isola felice la Spagna (+44,6%) ma, all’orizzonte, si profila lo spettro della sovrapproduzione.

Il 10 giugno la Conferenza Unificata Stato-Regioni dovrebbe occuparsi del nuovo conto energia che entrera' in vigore dal 1 gennaio 2011. Per il momento esiste una bozza ministeriale ma fino a quando non sara' ufficiale saranno fermi investimenti e attivita' commerciali.

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venerdì 4 giugno 2010

La crisi economica e' enorme, ma non ci sono reazioni accettabili per attutirla e farla pesare su tutti,piu' o meno equamente

18:37Borsa: europee chiudono in calo
18:36Marea nera: catrame arriva in Florida
18:06Grecia: la Borsa sprofonda
18:04Euro scende sotto 1,20 dlr

Queste sono le ultime notizie Ansa alle 18.45. Sembra un bollettino di guerra..alla stabilita' economica soprattutto europea. Ma quando parlo con la gente prevedendo una estate calda non solo per le temperature atmosferiche mi sento un "diverso" (eufemismo). Non c'e' assolutamente la percezione delle difficolta' economiche attuali, pesanti soprattutto per chi e' solo senza solidarieta' familiari. Ma chi sara' il riferimento delle popolazioni europee colpite dalla crisi ? Coloro che hanno costruito questa Europa ? Coloro che hanno sempre negato la crisi ? Coloro che dicono da anni che il problema sono gli stranieri ? Non c'e' da stare allegri, ci attendono tempi difficili e negli ultimi trenta anni si e' persa ogni abitudine alle difficolta' e ai pericoli della "Storia". L' interpretazione della vita e' data da Ezio Greggio e da Striscia la notizia,la sinistra vede cio' che le racconta Repubblica: disonesti i berlusconiani, eleganti i padroni,anche se qualcuno e' un po' stronzo e fascista. Tutti in fila per l' I-Pod e chi non ci va, ci vada, perche' con l 'I-Pod si puo' leggere la Repubblica. Pero' qualche sacrificio va fatto , non l' I-Pod che e' necessario, e' il progresso ; si potrebbe risparmiare sulle pensioni e sugli sprechi della spesa pubblica...senza mettere le mani nelle tasche degli italiani....giusti.

mercoledì 2 giugno 2010

Repubblica comincia a capire ?

Su Repubblica di oggi,lunedi 31 maggio, un intervista di Antonio Cianciullo a Pascal Acot, ricercatore presso il Centre National de la Recherche Scientifique (equivalente francese del Cnr italiano) e storico dell' ecologia.

"E' la natura che si ribella all' uomo Obama deve dire addio al petrolio"
"Cancellato l' ecosistema, ora nuovo modello energetico"

...."Il presidente degli Stati Uniti, pochi giorni prima della esplosione nella piattaforma della Bp, aveva deciso di dare via libera alle trivellazioni petrolifere anche in ecosistemi estramamente delicati assicurando che si trattava di tecnologie sicure. Le cronache dimostrano che non solo la sicurezza sbandierata non esisteva, ma non c'era nemmeno la capacita' di fronteggiare l' emergenza.In altre parole e' stato assunto un rischio grave senza avere un piano B, senza sapere come affrontare un eventuale incidente"...

....Cianciullo: "Lei dice che la moratoria non basta. Cosa dovrebbe fare Obama?"

"Deve prendere una decisione coraggiosa. Nel Golfo del Messico ci sono riserve di greggio tra 3 e 15 miliardi di barili. Lasciamole dove stanno. L' industria del petrolio minaccia la salute del mare e quella dell' atmosfera: bisogna passare a un nuovo modello energetico basato sull' efficenza e sulle fonti rinnovabili. Solo cosi' si riuscira' a prevenire sia altri disastri di questo tipo sia le conseguenze ancora piu' preoccupanti del caos climatico crescente prodotto soprattutto dall' uso dei combustibili fossili.".

Suu Affari e Finanza dello stesso giorno si legge:

.."...La seconda cosa che si puo' fare, anzi che si deve fare, e' impegnarsi a fondo per risparmiare energia. La bolletta energetica del paese, ovvero quanto spenderemo per acquistare petrolio, gas ed elettricita' dall' estero dovrebbe essere nel 2010 tra 40 e 50 miliardi di euro. Tutti cittadini imprese e istituzioni devono essere consapevoli del fatto che ogni euro di energia risparmiato sara' un euro che invece di uscire dai confini rimarra' all' interno e potra' esssere dedicato a investimenti e consumi. Siamo in emergenza ? Dobbiamo tagliare ? E allora impegnamoci tutti a tagliare i nostri consumi di benzina , di elettricita', di riscaldamento e condizionamento. Se riduciamo solo del 5% quella bolletta sarebbero 2 miliardi e mezzo di euro a disposizione per comprare e per investire, per dare cioe' ossigeno alla crescita."

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domenica 30 maggio 2010

Osservatorio settimanale sulle tendenze della questione energetica. N.3

Una rivoluzione energetica e' indispensabile,qualsiasi percorso avra' nelle prossime settimane/mesi/anni la crisi economica,che e' crisi sistemica.Viste le nubi nerissime che si stanno addensando sul "sistema mondo", piu' questa rivoluzione sara' profonda e veloce e meglio sara'.
Alcune tendenze le considero ineluttabili: lo sviluppo delle fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica, il processo del picco petrolifero, l' insostenibilita' del sistema attuale dei trasporti. Seguire, monitorare il percorso di queste tendenze puo' essere utile a capirle meglio, favorire i cambiamenti positivi, vedere prima i problemi che stanno arrivando.
Ogni settimana riportero' mel mio blog dei dati. Alcuni saranno proposti tutti le settimane, come il prezzo del petrolio,altri quando li riterro' significativi. Non portero' solo dati a sostegno delle mie tesi ma tutti quelli che giudichero' utili a capire i processi reali in corso anche se dovessero dimostrare che qualche mia convinzione non ha fondamento.


prezzo petrolio 28/5/2010 74,65 $/barile
da Kyotoclub.org

prezzo petrolio 21/5/2010 70,54 $/barile
da Kyotoclub



Prima dell' esplodere della crisi finanziaria greca il barile aveva toccato 85 $. Giovedi il prezzo era sui 70 $, l' aumento rapido a 74 $ dovrebbe essere legato alla questione "trivellazioni" a grandi profondita'. La grave situazione causata dalla Bp e che angoscia Obama e' un problema particolare di un processo generale di medio-lungo periodo.I nuovi giacimenti sono sempre piu' difficili da trovare, piu' costosi, piu' pericolosi per l' ambiente.LA SITUAZIONE ANCORA SENZA SOLUZIONE AD OGGI, DOMENICA 30 MAGGIO 2010, POTREBBE FAR SALIRE ULTERIORMENTE IL PREZZO DEL GREGGIO.

Impianti fotovoltaici con incentivi conto energia

Contatore Gse
29 maggio 2010 1.246,25 MW potenza cumulativa degli impianti

Previsioni al 31/12/2010 2.500 MW


Negli ultimi 7 giorni l' incremento di potenza degli impianti che hanno avuto l' accesso agli incentivi del conto energia e' stato di 6 MW, cifra abbastanza buona se si considera che il grosso delle attivazioni di impianti sara' negli ultimi 2 mesi dell' anno 2010. Pero' tutto il comparto fotovoltaico e' gravemente danneggiato dalla mancanza di decisioni ufficiali sul conto energia dal 1 gennaio 2011. A questo punto possiamo dire con certezza che sono bloccati investimenti e attivita' commerciali in attesa della definizione dei nuovi incentivi. I tempi sono stretti e il clima politico incerto, insomma e' indispensabile AFFRONTARE IL PROBLEMA, FARLO CONOSCERE A TUTTA L' OPINIONE PUBBLICA.

Da Repubblica
Enel alle prese con la riduzione del debito e' a un passo dalla cessione delle reti di Endesa in Spagna....Dopo Eni, che l' altro giorno ha ceduto il 25% del gasdotto mediterraneo Greenstream alla compagnia di stato Libica Noc,ora e' Enel vicina a chiudere la vendita di alcuni assett che sono considerati non strategici.Anche se in realta', proprio come per l' Eni, l' obiettivo principale e' quello di tenere a bada il debito. Se per l' Eni , che aveva al 31 marzo scorso una posizione finanziaria netta di 21 miliardi, per Enel la partita e' piu' complessa . Intanto perche' deve far calare il suo debito a 45 miliardi dai 51 attuali. E deve farlo per non incorrere in una bocciatura da parte delle agenzie di rating che, se avenisse, rischia di pesare negativamente sui prestiti previsti. Insomma un circolo vizioso da cui la societa' guidata da Fulvio Conti vuole uscire vendendo sia la rete elettrica sia quella del gas che ora fanno parte del patrimonio della controllata spagnola Endesa.Le due operazioni sono alle battute conclusive. Dalla cessione della rete elettrica...arriveranno tra 800 milioni e il miliardo di euro....per le rete gas..tra 600 e 800 milioni.

Mentre a proposito del bilancio Eni del 2009 da un blog finanziario si legge:

"Il ribasso dei prezzi del petrolio incide negativamente sui conti di Eni che chiude il bilancio consolidato al 31-12-2009 con ricavi in calo del 23% a 83,2 miliardi di Euro, un risultato operativo a 12,05 miliardi (-34,9%) ed un utile netto di competenza di 4367 milioni (dagli 8825 milioni del 2008). Dal punto di vista patrimoniale si registra un incremento dell’indebitamento finanziario netto che passa da 18376 a 23055 milioni di Euro."

nb: Nel 2009 il prezzo del greggio era partito molto basso , attorno ai 35 $ il barile per arrivare a giugno a 60$, poi era cresciuto lentamente fino a 70 $ (oggi e' 74 $). Insomma quello che danneggia l' Eni in realta' e' che i costi delle ricerche di nuovi giacimenti sono molto alti in proporzione agli utili poi realizzati. Ma continueranno a negare l' evidenza finche' riusciranno perche' hanno bisogno dell' apporto dei risparmiatori ed hanno molta influenza sui media.

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sabato 29 maggio 2010

Arrivera' il governo Berlusconi al 25 luglio 2010 ?

In questo momento Berlusconi e' in evidente difficolta'. Non e' la prima volta che appare prossimo all' uscita di scena come protagonista politico ed e' sempre riuscito a rimanere in sella; puo' contare su tanti alleati, su una potenza mediatica imponente sotto il suo controllo diretto, su fedeli e influenti appoggi tipo Bruno Vespa o il Corriere della Sera che pero' rimarranno sulla scena anche dopo la sua uscita dall' arena politica. Tuttavia le difficolta' attuali appaiono piu' difficili da superare rispetto alle precedenti. Il dovere chiedere sacrifici in nome di una grave crisi economica smentisce tante sue affermazioni del passato e questa volta lo potrebbero capire anche le persone piu' semplici e piu' sensibili alla sua propaganda. La sua arroganza verso chi non lo omaggia (compreso l' alleato Fini) non e' gradita neanche alla Confindustria che vorrebbe spremere gli strati piu' deboli senza indispettire i possibili oppositori con atteggiamenti inutilmente offensivi. Berlusconi sta ,tra le altre cose, infastidendo tutto il mondo dell' informazione mettendogli bavagli vari per difendere i suoi interessi personali mentre l' alleanza con l' informazione serve ora alla Confindustria e ai moderati di ogni tipo per fare ingoiare provvedimenti impopolari.
Anche la Comunita' Europea che impone scelte dure a tutta Europa credo che non sia contenta che in Italia queste misure siano chieste dal nostro che rischia di aumentare l' ostilita' della popolazione anche con l' ostentazione dei suoi lussi e della sua eccessiva ricchezza.
Le reazioni alla manovra in Italia sono appena cominciate ma questa, inserita in un contesto sociale gia' provato, proposte da una persona invisa ad una parte rilevante dell' opinione pubblica, compreso l'elettorato del centrosinistra moderato schieramento che invece in tutta Europa difende le misure impopolari ,rischia di ricevere un rifiuto di massa, quasi una disubbidienza civile. E questo rifiuto rischia di essere condiviso anche dalla Confindustria e altri ambienti moderati che mal digeriscono la sua arroganza.
Siamo quasi all' inizio di giugno e l' Italia vorrebbe pensare alle vacanze e ai mondiali di calcio, le citta' cominceranno tra poco a svuotarsi progressivamente. La stagione favorisce il disinteresse verso la politica e l' impegno, ma potrebbe essere una estate anomala. In fondo e' da un po' che tutti diciamo che non ci sono piu' le stagioni di una volta.

domenica 23 maggio 2010

Osservatorio settimanale sulle tendenze della questione energetica. n. 2

Una rivoluzione energetica e' indispensabile,qualsiasi percorso avra' nelle prossime settimane/mesi/anni la crisi economica,che e' crisi sistemica.Viste le nubi nerissime che si stanno addensando sul "sistema mondo", piu' questa rivoluzione sara' profonda e veloce e meglio sara'.
Alcune tendenze le considero ineluttabili: lo sviluppo delle fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica, il processo del picco petrolifero, l' insostenibilita' del sistema attuale dei trasporti. Seguire, monitorare il percorso di queste tendenze puo' essere utile a capirle meglio, favorire i cambiamenti positivi, vedere prima i problemi che stanno arrivando.
Ogni settimana riportero' mel mio blog dei dati. Alcuni saranno proposti tutti le settimane, come il prezzo del petrolio,altri quando li riterro' significativi. Non portero' solo dati a sostegno delle mie tesi ma tutti quelli che giudichero' utili a capire i processi reali in corso anche se dovessero dimostrare che qualche mia convinzione non ha fondamento.

da kiotoclub
prezzo petrolio 21/5/2010 70,54

prezzo petrolio 14/5/2010 73,82

Durante la settimana il prezzo e' sceso sotto i 70 dollari il barile. Prima dell' esplodere della crisi finanziaria greca il barile aveva toccato 85 $. In queste settimane le oscillazioni sono legate esclusivamente alle aspettive sulla congiuntura economica. Appena salgono il prezzo si impenna, in questo momento le aspettative sono scese drasticamente e il prezzo e' calato, ma neanche tanto.

Prezzo benzina (self service a Roma 22 maggio 2010) 1,349 euro il litro
L'euro e' attorno a 1,26 dollari.

Aprile 2010, sensibile calo delle immatricolazioni auto in Europa.

Europa -6,9 % su aprile 2009
Italia -15,7 % "
Germania -31,7 % "
Fiat -26,9 % "

La quota di mercato della Fiat in Europa nell' aprile 2010 e' stata del 7,6 %, nell' aprile 2009 era il 9,7 %. La casa torinese attribuisce questo calo solo ad un aprile 2009 eccezionale.
In Italia i primi 4 mesi dell' anno hanno visto comunque un numero di immatricolazioni superiore ai primi 4 mesi del 2009. Si teme pero' che i prossimi mesi si avra' complessivamente un saldo negativo.
In tutta Europa, tra cessazione degli incentivi, fine dell' effetto di essi e crisi finanziaria ed economica per molti stati, si teme un fine 2010 con grosse difficolta' nell' industria auto.
Da un articolo di pubblicato su Aspoitalia.it nel 2006:
il 65% del petrolio estratto viene lavorato per produrre carburanti.

Impianti fotovoltaici con incentivi conto energia

Contatore Gse, 22/05/2010 1.240 MW

Previsioni potenza degli impianti installati a fine 2010 2.500 MW

Queste previsioni potranno essere verificate solo nel marzo 2011 quando saranno registrati al Gse gli impianti installati nel dicembre 2010. Quest' anno godranno degli incentivi del 2010 tutti gli impianti che avranno DICHIARATO LA FINE DEI LAVORI entro il 31 dicembre, mentre negli anni precedenti godevano degli incentivi dell' anno gli IMPIANTI ATTIVATI entro tale data. Quindi probabilmente gli impianti attribuiti al 2010 saranno maggiori delle previsioni.

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questa settimana

n.1 dell' Osservatorio settimanale sulle tendenze della questione energetica

la settimana nera di petrolio e nucleare di G.Silvestrini

domenica 16 maggio 2010

Che risposta avra' in Italia il prossimo taglio antipopolare della spesa pubblica ?

La manovra in arrivo per tagliare e/o recuperare risorse della spesa pubblica avra' una reazione e questo e' lapalissiano. Quale ? Per il momento sulla scia della crisi greca si stanno muovendo sindacati di base e nuova sinistra insieme alla sinistra istituzionale (anche se ora extraparlamentare). A Roma lunedi' ci sara' un dibattito con Ferrero e un' esponente della sinistra greca, si lavora (sembra) ad una manifestazione ai primi di giugno dei sindacati di base,sabato sera ad un dibattito a Roma con forze della sinistra radicale (compresa Sinistra Critica e RdComunisti) e un giovane del KKE erano presenti un centinaio di persone. La Cgil esclusa da un incontro di governo e Confindustria con i sindacati (non so quanto ufficiale) contesta gia' nel merito l' impostazione della manovra che colpira' i piu' deboli e salvera' le grandi ricchezze. Quanto le forze politiche e sindacali riusciranno a coinvolgere la gente non e' possibile prevederlo, sicuramente le truppe ufficiali si mobiliteranno e i giornali "indipendenti"della sinistra appoggeranno Cgil e centrosinistra. L' incognita e' il seguito che riusciranno ad avere sindacati di base e nuova sinistra, e come si muoveranno ed incideranno Fiom e Federazione della Sinistra (Prc e PdCI)che sono in una posizione mediana tra nuova sinistra e Cgil-centrosinistra. Importante sara' il ruolo del Manifesto che appoggia Vendola, Fiom e Cgil, rimane nell' orbita del centrosinistra, ma potrebbe informare anche su come la sinistra diffusa,minore,si muovera'.
Visto come si e' mossa la sinistra negli ultimi anni, vietato farsi illusioni. La forza della crisi potrebbe mettere in gioco da subito dinamiche inedite, in futuro l' aggravarsi della crisi sicuramente rafforzera' la nuova sinistra che coglie meglio le sofferenza della gente piu' esposta alla crisi.

giovedì 13 maggio 2010

Fotovoltaico: Solarexpo, per gli italiani è energia sicura e compatibile con l’ambiente

Che cosa pensano gli italiani dell’energia fotovoltaica? Per la prima volta una ricerca accende i riflettori su giudizi, perplessità ma anche punti di forza del solare in Italia. Si intitola, infatti, “Gli italiani e il solare” il rapporto dell’Osservatorio sul fotovoltaico presentato oggi al Solarexpo di Verona e commissionato a Ipr Marketing. Rispetto ad altre fonti, il 91% degli italiani ritiene l’energia solare più sicura e il 94% più compatibile con l’ambiente. Per il 54% è meno costosa, ma anche se in molti hanno pensato di utilizzarla, ben il 59% non è informata su incentivi e “conto energia”.
Il 74% degli italiani pensa che la produzione e l’utilizzo dell’energia fotovoltaica sia destinata a crescere, ma solo se ci saranno incentivi governativi e sostegno dal sistema bancario. L’incertezza normativa in tema di incentivi è, infatti, la perplessità più grande per il 69% degli intervistati che teme la riduzione, nel tempo, dei benefici economici. Tra i punti a favore che emergono dal rapporto, l’installazione dei pannelli nei terreni agricoli con il 73% degli italiani favorevoli; tra le note dolenti, i furti: il 23% teme che gli vengano rubati i pannelli solari già installati.

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domenica 2 maggio 2010

Quattro temi da approfondire sull' energia

Quattro osservazioni, quattro temi che meriterebbero ognuno un' approfondimento da parte di tutti. 1) Considero dimostrato il processo del picco petrolifero e la sua attualita', cioe' che il momento di massima produzione di petrolio avverra' nel giro di pochi anni, ammesso che, come sostiene qualche studioso, non sia stato gia' toccato nel 2008. La sordita' e la reticenza a parlarne di politici e grandi media non e' sufficente a nascondere un processo dimostrato, dobbiamo trovare i canali per far conoscere questa situazione a piu' persone possibile e quindi deve essere dedicato a questo un impegno specifico. I primi ambienti che devono conoscere questo sono l' ambiente delle persone che lavorano nel settore delle energie rinnovabili e gli ambientalisti.Al prossimo Solarexpo a Verona il 5-6-7 maggio parteciperanno centinaia di addetti e migliaia di visitatatori, tra i molti convegni e seminari che si terranno al suo interno non mi risulta nessun incontro che parli del picco petrolifero. 2)"il nostro tenore di vita dipende dall' uso massiccio di petrolio e fossili". No, c'e' un enorme spreco di energia, io credo che l' occidente debba diminuire il tenore di vita, ma il tenore di vita attuale sarebbe possibile con molta meno energia. Un piccolo esempio, un appartamento in Italia consuma molta piu' energia di un appartamento in Germania. Sarebbe gia' tecnicamente possibile ridurre molti sprechi come questo. 3) L' energia rinnovabile per la produzione di energia elettrica sta crescendo moltissimo, nel 2009 in Europa il 61% della nuova potenza installata e' in impianti da fonte rinnovabile. Questo sviluppo puo' essere ulteriormente accelerato in molti modi. 4)Il settore dei trasporti attuale non ha alternative pronte all' uso di petrolio e fossili. Va rivoluzionato immediatamente e muoversi su tutti i piani,soprattutto nell' attenzione al trasporto collettivo. Negli anni 80 l' ambientalismo fu spinto in Italia da cosidette " Universita', scuole, verdi" che si mossero in molte citta', ora l' emergenza principale e' l' energia, perche' non tentare di ripetere quelle esperienze ?

mio blog sull' energia http://myspace.com/energiaoggiedomani

mercoledì 28 aprile 2010

Mettere in relazione tutto quello che si muove attorno alla questione energetica

Attorno alla questione energetica si muovono ambienti diversi che non interagiscono tra loro e si occupano di questioni in apparenza diverse ma che hanno tra di loro dei legami piu' o meno stretti. Tra questi ambienti diversi troviamo:

- il settore produttivo che ruota attorno alle energie rinnovabili. Questo e' un sottoinsieme del settore produttivo che ruota attorno all' energia, settore che e' in buona salute nonostante la crisi che grava su tutta l' economia. Grazie agli incentivi e ai progressi tecnologici che hanno reso le energie rinnovabili ormai competitive si e' creato un settore con qualche migliaio di addetti che muove una fetta non indifferente di denaro. Questo settore e' in crescita nonostante la stagnazione o recessione generale.

- Il segmento di professori che studia e tenta di divulgare il processo del picco petrolifero, processo che da circa 10 anni condiziona in maniera decisiva l' economia e le relazioni mondiali ma che viene ignorato da media, politici e scienza ufficiali, nonostante ormai nessuno, se non pochi sfortunati disinformati,tra i quali qualche giornalista ,osi contestarlo.

Paradossalmente il settore produttivo delle rinnovabili ignora e non parla di questo processo. Nelle fiere, come quella a Verona del 5-6-7 maggio, nonostante ci siano decine di convegni e seminari non viene neanche citato.

Questo settore delle energie rinnovabili che pure muove le sue lobby, ormai influenti, per sensibilizzare il mondo politico, non contesta neanche il grande spreco di denaro pubblico che viene indirizzato verso la costruzione di impianti produttivi inutili e dannosi come quelli nucleari,i rigassificatori,gli inceneritori. Questi impianti anche se pericolosi per la salute, inefficaci come produzione di energia, grazie al fatto di essere un affare condotto da grandi gruppi industriali che controllano anche molta parte della stampa riescono ad avere un appoggio bipartisan dal mondo politico, che si sente moderno perche' cosi leggono su giornali (di proprieta' di chi fa affari con questi impianti).

Ma a loro volta i comitati che si muovono soprattutto a livello territoriale contro questi "mostri per l'ambiente e per la salute" ignorano quasi completamente il livello ormai elevato che ha raggiunto la tecnologia delle fonti rinnovabili, quanta energia si potrebbe produrre con queste e quanta energia si potrebbe risparmiare con il solare termico e la bio-edilizia.

l' intervento integrale e disponibile sul blog http://myspace.com/energiaoggiedomani

lunedì 26 aprile 2010

Crisi: una terza via tra rabbia e depressione, tra esplosione sociale e implosione.

L' intreccio tra le politiche neoliberiste degli ultimi trent' anni e il processo del picco petrolifero, che ha cominciato ad incidere nella realta' economica-sociale del mondo negli ultimi 10-15, portera' ad un aggravamento progressivo della crisi economica mondiale. La Grecia e' il primo esempio drammatico di questo percorso che segnera' sicuramente i prossimi dieci anni. La reazione o va nella direzione dell' esplodere di rabbia e ribellismo, piu' o meno violento, o va verso la depressione, la repressione , piu' meno violenta, direttamente o psicologicamente,socialmente.
C' e' una terza via ? La dobbiamo trovare o tentare assolutamente. Il primo passo e' capire ed esplicitare alcuni aspetti della situazione che sono ormai evidenti ma non ancora teorizzati e diffusi.
a) E' finita l' illusione della crescita illimitata, questo rimette in discussione tanti concetti, idee che sono andate per la maggiore negli ultimi decenni, non solo negli anni segnati dal neoliberismo. Si tornera' finalmente a pensare che la felicita non e' l' abbondanza dei beni materiali. Il consumismo oltre che alienante,come e' sempre stato, sara' incompatibile economicamente con l' equilibrio della societa'.
b) Bisogna ridistribuire, anche nella crisi c'e' chi ha fortune immense o grandissime o grandi e chi non ha il necessario.Il neoliberismo ha allargato a dismisura la forbice, occorre cambiare subito direzione e i primi che dovranno cambiare sono nella sinistra europea che negli ultimi anni ha accettato il neoliberismo.
c) la situazione economica peggiorera' progressivamente, quindi dobbiamo partire subito con la rivoluzione energetica, pulita e per tutti (compresi il 1.500.000.000 abitanti di questo pianeta che non hanno ancora accesso all' energia elettrica).

sabato 24 aprile 2010

Dalla Grecia arrivera' il primo test sulle reazioni alla crisi.Rabbia o depressione?Esplosione o implosione?

"Il rischio di implosione sociale è alto: la disoccupazione salirà quest'anno all'11,3%, due punti in più del 2009, quella giovanile sfiora il 30%. Il Pil, dopo il -2% del 2009, scenderà anche nel 2010 per l'Fmi di un altro 2% . E se persino l'Hellenic Postbank - banca a parziale controllo pubblico - compra credit default swap (è successo a fine anno scorso) per assicurarsi contro il rischio di un fallimento greco, i motivi di ottimismo sono proprio pochi.

"Cosa accadrà? Una volta avrei consigliato di chiedere lumi all'oracolo di Delfi, a qualche decina di chilometri da qua". scherza Dimitris Voloudakis, mentre sorseggia un Ouzo consolatorio al bar dell'hotel Grande Bretagne, picchettato qualche ore prima dai manifestanti del Pame. Il terzo millennio però non è più epoca da indovini mitologici. Basta e avanza la Goldman Sach (Cassandra che ha dimostrato di saper fiutare dove tira il vento anche da questi parti): "I soldi di Bruxelles e del fondo non basteranno - ha vaticinato la banca Usa - Magari non sarà subito, ma Atene dovrà ristrutturare il suo debito chiedendo uno sconto ai creditori". Le tragedie in effetti sono capolavori in più atti. Oggi, in Grecia, siamo al primo. Il rischio, se Goldman ha visto giusto, è che in camerino a prepararsi per il seguito ci siano il Portogallo, l'Irlanda, la Spagna, l'Italia e - forse - persino l'euro. La Germania - se (e non è detto) vuole davvero il lieto fine - farà bene a ragionare senza troppi calcoli di convenienza al prossimo capitolo del copione. "

Questa e'la parte finale di un articolo sulla crisi greca di Repubblica.it.Implosione o esplosione, il disagio sociale che , in misura diversa, attanaglia e attanagliera' l' Europa (e il mondo)dovremo indirizzarlo verso obiettivi adeguati e non lasciare che la depressione o la rabbia siano l' unica reazione. La crisi sta crescendo, soprattutto in Europa. Il disagio attuale, che i governanti danno come punto piu' basso della crisi a cui seguira' una risalita, e'destinato invece,inevitabilmente, a crescere. Che obiettivi dare a chi e' in forte difficolta' e deve pensare soprattutto a se stesso e alla sua famiglia? Venti-trenta anni di liberismo e di deriva della sinistra hanno reso quasi nulle le difese e sembra impossibile una azione collettiva per difendere le condizioni di vita della parte piu' debole della societa'.Sembra piu' probabile una lotta tra poveri, un mors tua vita mea tra le persone che si contendono lo stesso spazio.Non si vede all' orizzonte un' azione collettiva, nei singoli paesi e a livello europeo, per ridurre lo spazio di chi e' ricchissimo e aumentare quello di chi ha meno.

Scheda su teoria di Hubbert e picco petrolifero

Alcuni stralci di una scheda su teoria di Hubbert e picco petrolifero che ho pubblicato sul blog http://myspace.com/energiaoggiedomani

La teoria di Hubbert e il picco petrolifero

La teoria di Hubbert sostiene che la produzione di una risorsa esauribile segue una curva a campana. Cioe' la produzione tende a crescere, pur con un andamento che dipende da molte variabili, tocca un "picco di produzione" e da quel momento inizia a diminuire.
Questa teoria nasce dall' osservazione di casi storici...il caso piu' citato e' la produzione di petrolio negli Stati Uniti che e' cresciuta fino al 1970, ha raggiunto il suo picco in quell' anno,per poi decrescere continuamente. Hubbert aveva previsto esattamente il picco petrolifero degli Stati Uniti nel 1970, anche se oggi possiamo dire che che le previsioni possono avere attendibilita' nelle tendenze di fondo mentre i tempi esatti della evoluzione della produzione non possono essere individuati con certezza e dipendono anche da scelte umane...
Questo cammino a campana della produzione di risorse e' frutto di un insieme complesso di cause, le due principali sono la limitatezza delle risorse e le logiche economiche.....

In quale anno arrivera' il picco della produzione petrolifera ?

In realta' lo sapremo solo quando questo sara' passato. Qualche studioso e' convinto che il picco sia stato raggiunto nel 2008 e che la produzione non arrivera' piu' a quei livelli....l' Iea, Agenzia internazionale dell' energia, ha previsto in un documento il picco nel 2030.Questa previsione e' stata contestata, con un articolo che ha fatto molto clamore, dal quotidiano inglese Guardian che l' ha giudicata troppo ottimista. In effetti la previsione dell' Iea presuppone da qui al 2030 la scoperta di molti nuovi giacimenti cosa che al momento sembra alquanto improbabile...

....Trasporti e agricoltura

Questi sono i settori che non hanno ancora una soluzione alternativa praticabile. La potranno trovare solo con una profonda rivoluzione nell' organizzazione dei settori.....

giovedì 22 aprile 2010

Scaroni e i numeri in liberta' sul solare

Da www.qualenergia.it

Alcune dichiarazioni e dati dell’amministratore delegato di Eni gettano, come spesso accade, cattiva luce sulle rinnovabili e, in particolare, sul fotovoltaico. Qualenergia.it confuta le critiche sulla potenzialità e sull’utilizzo di territorio del fotovoltaico in Italia.
Basta una boutade di un “pezzo grosso” dell’energia fossile che questa arriva subito su giornali e Tv italiani, senza che nessuno provi nemmeno a mettere in dubbio tali dichiarazioni. Raramente, invece, serie analisi e statistiche sui progressi delle energie rinnovabili vengono prese in considerazione dalle grandi testate con simile solerzia, se non in qualche news marginale.

A questo proposito è utile citare lo Scaroni-pensiero, l’amministratore delegato Eni, che ieri nel suo intervento a Roma al convegno “The recovery: a sustainable path or the road to nowhere?”, ha detto che “se tutta l’Italia fosse ricoperta di pannelli solari e la popolazione venisse trasferita su navi avremo a disposizione un quarto dell’energia necessaria”. Altro dato assolutamente contestabile fornito dall’amministratore delegato è che "oggi il chilowattora fotovoltaico costa 6 volte rispetto al kWh ottenuto con il gas". Ma perché i tecnici dell’Eni non lo informano sulle novità degli ultimi 10 anni? Non fosse altro per il fatto che la corporation fondata da Mattei è stata uno dei pionieri della produzione di fotovoltaico in Italia, ora purtroppo una branca quasi abbandonata proprio nel momento del suo boom mondiale.

Limitiamoci alle potenzialità del fotovoltaico e al suo utilizzo di territorio. A parte il fatto che nessuno pensa di tappezzare la penisola con il solare, ma i calcoli approssimativi di Paolo Scaroni sarebbero facilmente destituiti di fondamento se solo sapesse che con la radiazione solare media presente in Italia e con le attuali tecnologie (silicio cristallino) basterebbero 400 kmq, cioè lo 0,14% della superficie del paese (301.000 kmq), cioè un’area con un lato di 20 chilometri, per riuscire a soddisfare più del 12% del fabbisogno di energia elettrica nazionale, che Terna ha stimato nel 2009 in 317 TWh/anno.
Nello specifico, infatti, si potrebbe rigorosamente, e in maniera conservativa, valutare che 32 GW fotovoltaici, installabili su quella superficie, darebbero più di 38 TWh all’anno....

Il testo completo su http://myspace.com/energiaoggiedomani

mercoledì 7 aprile 2010

Ferrero e gli o/e-rrori della sinistra

Ferrero:
" E’ quindi la «trappola bipolare» a produrre in modo strutturale la «legge del pendolo» che tende a distruggere la sinistra italiana. Nei periodi in cui governa la destra, matura un movimento contro di essa che chiede l’unità di tutte le opposizioni nelle elezioni successive. Se ti allei e governi su una posizione moderata, deludi le aspettative del tuo popolo e contraddici le ragioni della tua esistenza. Alimenti di fatto la percezione dell’inutilità della politica e la retorica del «siete tutti uguali», ponendo le basi per l’estendersi dell’egemonia sociale della destra. Se invece non fai l’accordo, dividendo la coalizione che aveva fatto opposizione, vieni accusato di far vincere le forze reazionarie. Una situazione disperante in cui la sinistra viene alternativamente schiacciata o sulla propria inefficacia (l’esperienza fatta con i governi Prodi) o sul suo presunto avventurismo (caduta del Prodi - uno). In entrambi i casi è tendenzialmente precluso alla sinistra di potersi sviluppare in relazione ai movimenti di massa costruendo un profilo di alternativa. Da questa consapevolezza nasce l’esigenza di rompere la gabbia del bipolarismo al fine di poter ricostruire una sinistra degna di questo nome in Italia."

Da questa trappola si esce rifiutando completamente la logica del bipolarismo.Costruendo una sinistra, che non potra' essere che pluralista come ispirazione ideale completamente autonoma dal PD e dal centrosinistra. Sara' minoritaria,inizialmente piccolissima, ma intercettera' movimenti territoriali, settoriali e i varchi aperti continuamente dalle contraddizioni del centrosinistra e del movimento sindacale. Ci sono le posizioni, sull' ambiente,contro la guerra,contro il razzismo,sulla politica del lavoro, per creare una sinistra alternativa al centro sinistra.Certo se non si prende posizione neanche sul congresso della CGIL....In realta' il Prc ha gia' scelto di stare in trappola fino al 2013.....Io non ci saro',magari saro' solo e faccio quasi niente,ma non collaboro a questa cieca ripetizioni di e/o-rrori.

sabato 3 aprile 2010

Rifiutiamo subito il bipolarismo e la personalizzazione della politica,Vendola sia una guida ma insieme ad altri.

Nello spazio limitato per il titolo ho cercato di spiegare ugualmente cosa tento di esprimere con questo post. E' un accenno,scritto di getto, a quella che secondo me dovrebbe essere la discussione e la pratica di chi vuole oggi e domani un'altra politica.
I soggetti interessati sono a sinistra, nei movimenti, nei comitati locali di ogni genere, negli ambienti che si definiscono ne' di destra ne' di sinistra ma che vogliono comunque un' altra politica.Tutti coloro insomma coscienti dei problemi,veri e dimostrati,dell' ambiente e dell' economia e dell' importanza di affrontare temi fondamentali,ma su questi non potra' che esserci confronto tra diverse posizioni, della rappresentanza e della democrazia.
Il primo punto fermo e' la rottura del bipolarismo,che ne converranno anche i suoi sostenitori, e' comunque una scelta e non un dogma.
In Italia questa forma confusa e pasticciata di bipolarismo e' iniziata nel 1994,ha dato enormi opportunita' ad alcuni,primo Berlusconi, ed ha messo in difficolta' altri, tra questi una sinistra vera e il centro cattolico.
Il bipolarismo potra' finire,anche presto, se chi e' contrario,iniziera' subito a operare al di fuori di questo gabbia.
Uno schema che una certa sinistra istituzionale,espressa oggi da Prc e Sel,dice di rifiutare ma ha in realta' introiettato.
Il secondo punto fermo e' il rifiuto della personalizzazione della politica. Alcune persone sono un riferimento importante per tutti, ma sono molte e devono avere un ruolo di guida e orientamento non devono avere un concentrazione di potere e delega assoluta.
La politica ha necessariamente una sua componente nelle istituzioni e i movimenti non possono esprimere tutto ma anche la delega deve essere limitata nel tempo e nei poteri,non una professione e deve essere sobria.Anche quando vorra' suscitare l' emotivita' delle persone con le sue parole,a me non piace ma lo faceva anche M.Luther King,lo dovra' fare cercando comunque di fare ragionare le persone con la propria testa.
Deve tra l' altro rappresentare nella stessa misura sia gli uomini sia le donne.
Niki Vendola puo' essere una di queste guide ma insieme ad altre altrettanto autorevoli, ciascuno poi apprezzera' piu' chi gli e' piu' congeniale.
Queste personalita',che dovranno orientare e non avere potere,devono avere anche un ruolo nazionale ma conservare un legame e una influenza nello spazio geografico dove vivono.
Faccio qualche nome possibile ma il mio e' il tentativo di individuare un metodo, le guide creano il loro ruolo con l' autorevolezza e non per decreto.
I nomi che indico sono alcuni molto noti, altri conosciuti ma meno famosi, ma li vedo come importante cerniera tra movimenti,politica istituzionale,cultura.
Marco Revelli,Don Gallo, Lidia Menapace,Haidi Giuliani,Niki Vendola,Claudio Fava (non in quanto leader di SeL, ma per tutta quella che e' stata la sua esperienza di vita e il suo modo di essere siciliano e meridionale),Alex Zanotelli,Annamaria Rivera (perche' il razzismo e il rapporto tra diverse provenienze e' un tema fondamentale nell' Italia di oggi anche se troppi ce ne dimentichiamo anche a sinistra e nei movimenti e negli ambienti di chi vuole un' altra politica),Anna Pizzo,l'area del movimento contro la guerra,Beppe Grillo (che a me e' indigesto ma che e' in sintonia con giovani e ex giovani in maniera molto piu' stretta degli altri che vengono da una area, culturale e politica e anagrafica,limitata che non sempre riesce a comunicare a tutti),Mattioli (ambientalista storico) e ...qualcuno che ha capito e segue il processo del picco petrolifero che sta segnando in maniera decisiva la nostra epoca, dal 2000 in poi ,indico tutta l' associazione Aspo,infine Russo Spena che puo' essere utile a legare movimenti e politica,sia nuovi sia vecchi.
Ovviamente la mia e' un' opinione come le altre che sara' aperta, non so se letta, da qualche decina di persone.
Il rifiuto "militante" verso il bipolarismo, la personalizzazione e l' eccessiva delega e passivita', spero invece che diventi l' atteggiamento di moltissimi.

giovedì 1 aprile 2010

Riflessioni prima del voto.

L'ora del derby.Ma la politica non e' un derby.

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Nello sport, soprattutto nel calcio, con la parola derby si indicano le partite tra squadre della stessa citta'. Sono partite particolari dove i valori tecnici spesso sono ribaltati dall' agonismo. I tifosi sono coinvolti emotivamente per un derby molto piu' di quanto lo siano con le altre partite e oltre ai punti in palio c'e' in gioco una competizione territoriale che amplifica l' importanza della vittoria o della sconfitta.
Domenica e lunedi' tra le altre partite si gioca anche un derby tra centrosinistra e centrodestra. Chi non prende posizione viene tacciato di complicita' con l' avversario.Ma in Italia non c'e' un derby, c'e' un presidente del consiglio autoritario e con un potere mediatico enorme, in parte di sua proprieta' personale,in parte perche' la Rai e' da sempre gestita dai partiti, dal 1976 spartita con accordi espliciti tra maggioranza e opposizione. Ci sono poi tutti coloro, ad esempio, il Corriere della Sera, che pur dichiarando indipendenza, si accodano alla propaganda di Berlusconi.Questo premier , che in Italia non ha tutti i poteri, delegittima altri poteri dello stato,la magistratura, per i suoi interessi personali.
L' opposizione possibile a tutto questo viene disegnata dai media avversi al premier,il Fatto ,Il Manifesto, La Repubblica,come una adesione al centrosinistra che pero' non e' il CNL, ma una alleanza di governo con posizioni chiare su tante questioni, posizioni che possono essere anche non condivise. Ma se Berlusconi ha la sua forza mediatica, anche il centrosinistra ha la sua e le posizioni dei media che appoggiano il centrosinistra sembrano condivise da tutti e sicuramente hanno un forte influenza sulla gente.
Credo che la situazione italiana sia abbastanza indecifrabile e non escludo sorprese al voto. Solitamente le elezioni confermano le tendenze previste talvolta con sorprese.vedremo.
Ma credo sia un errore dare a Luttazzi,Benigni,La Repubblica la guida "simbolica" dell' opposizione alla deriva autoritaria di Berlusconi. Sicuramente a me non mi rappresentano.Io comunque, anche se non interessera' nessuno, dichiaro il mio voto. Voto in Toscana e voto la lista del Prc,che appoggia il centrosinistra, ma come Presidente di regione voto il candidato UDC. E' l' unico modo che vedo per votare contro Berlusconi e non appoggiare "troppo" il centrosinistra che in Toscana privatizza la Toremar, costruisce rigassificatori e vorrebbe, speriamo non ci riesca, costruire un centro di detenzione per migranti.

Riflessioni prima dei risultati elettorali

Molti/meno spettatori al derby.Cosa diranno i media/tifosi ?

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Domenica non hanno votato quasi il 20% degli elettori votanti nel 2005. Ora ci saranno i risultati e la valanga di commenti. Alcune considerazioni preventive le voglio fare, senza sapere i risultati.
1) C'e' una gravissima crisi economica, molte persone sono in difficolta'. Nella valanga di commenti qualcuno lo ricordera' ?
2) Quasi un elettore su 5 del 2005 non ha votato, i giornali che hanno tifato e fiancheggiato il centro-sinistra o il centrodestra, qualsiasi sara' il risultato, ammetteranno che comunque c'e' sfiducia nella politica e che hanno concentrato le critiche sulla parte avversa, coprendo, TUTTI O QUASI, i comportamenti della parte che fiancheggiano ?
3) Ricordo che anche se i risultati indicassero un vincitore netto, questo in dati assoluti avra' quasi sicuramente meno voti delle elezioni precedenti.
Nella confusione difficilmente sara' indicata ed emergera' qualche soluzione anche parziale, io suggerisco qualcosa.
C'e' ricchezza da ridistribuire. Nella crisi c'e' comunque chi ha molti soldi e chi ha problemi con i bisogni piu' elementari, la casa per esempio.
Ricordiamo che oltre i politici e i potenti ci sono anche i cortigiani e la maggior parte dei media sono fiancheggiatori di questa o quella parte politica.

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sabato 20 marzo 2010

Manifestazione per l' acqua pubblica

Ho visto il passaggio del corteo per l' acqua pubblica quando la testa del serpentone umano era gia' passata, non sono in grado di giudicare quindi le dimensioni.
Esagerata la stima dei 200.000 e dovremmo smettere con questa buffonata delle stime contrapposte dei presenti. Lasciamola a Berlusconi che ha pagato ai suoi manifestanti persino il metro.
Quello che salta all occhio del corteo e' la presenza di segmenti di attivisti che negli ultimi anni non avevo visto manifestare insieme.La bandiera della Palestina(con lo striscione per il boicottaggio delle merci israeliane) davanti al drappello dei verdi era il segno piu' evidente di questo.Si nota anche la presenza numerosa di Sinistra Ecologia Liberta' che chiude il corteo e le bandiere bianche con il simbolo giallo della Rete dei Cittadini che alle elezioni regionali per il Lazio presentata Candidata Marzia Marzoli del comitato no-coke di Tarquinia.
La battaglia per l' acqua e' riuscita ad aggregare ambienti diversi, i comitati hanno raccolto 400.000 firme ed ora parte la raccolta di firme per il referendum.Qualche piccolissimo risultato parziale e' stato ottenuto, ma l' area che si attiva e' molto frammentata e se riesce ad attivarsi in una raccolta firme, non riesce pero' a raggiungere chi si informa solo su tv e giornali locali. Questo e' il problema non solo di questa campagna ma di tante altre questioni.
Al momento non vedo come queste tematiche ambientaliste o antiliberiste possano uscire dalle piccole nicchie anche se trasversale e diventare problemi all' attenzione di tutto il paese. Per me la soluzione e' ripartire da una piccola minoranza alternativa anche al centro sinistra che per ora si avvale alla fine di questi ambienti per fare invece politiche diverse.

mercoledì 17 marzo 2010

Estraneo al centrosinistra.Vigile verso la deriva autoritaria di Berlusconi

L' attuale deriva autoritaria di Berlusconi mi preoccupa. Non e' iniziata ora e il personaggio e' prepotente da sempre. Ma in questo momento vuole utilizzare tutto il suo potere politico (anzi vuole utilizzare piu' potere di quello concesso ad un presidente del Consiglio) e mediatico (questo lo ha grazie a Craxi e all' attuale centrosinistra) per evitare che comportamenti suoi e della sua corte siano giudicati secondo le leggi della nostra repubblica.
Il centrosinistra ha reagito, ma la situazione, che e' abbastanza indecifrabile, non mi piace. Sembra obbligatorio scegliere tra due sole alternative: essere indifferenti verso le prepotenze di B. o se, vigili e dissidenti, indossare la maglietta del centrosinistra o quella viola, il cui leader pero' va ai vertici del centrosinistra ed e' appoggiato dalla stampa del centrosinistra.
Sicuramente non sono il solo a vivere con disagio questa situazione, difficile pero' capire le dimensioni di quest' area estranea al centrosinistra ma che vorrebbe anche mobilitarsi contro i rischi, abbastanza preoccupanti anche se indecifrabili, di questa deriva autoritaria.
Questo segmento di opinione pubblica e' formato da persone che hanno posizioni diverse su temi di fondo dal centro sin. ma anche da persone che non approvano il modo di far politica del centro sin..
Mi piacerebbe diventasse visibile.

martedì 16 marzo 2010

Il Manifesto e il Fatto nascondono la presenza del Prc ieri in Piazza del Popolo.

Manifesto e il Fatto nascondono la presenza del Prc ieri in Piazza del Popolo.

Il Manifesto ed il Fatto per una singolare coincidenza hanno oscurato la presenza del Prc in Piazza del Popolo alla manifestazione del "popolo viola". Il Fatto , oggi pg. 3 "in piazza IDV, Sinistra e Liberta', Pd". Il Manifesto di ieri aveva un pezzo sull' atteggiamento dei partiti della sinistra verso la manifestazione e tra questi non citava assolutamente il Prc. (lo spazio di ogni partito nell' articolo era ben visibile ed evidenziato).
Il Prc ieri era presente, aveva uno Stand, era presente Russo Spena, c' era qualche bandiera, era venduta Liberazione.

Le bugie dell' informazione non sono una notizia e del Prc mi interessa poco.

Ma il Manifesto e il Fatto sono due giornali letti dal popolo gia' disorientato della sinistra, il Manifesto in crisi profonda (ed e' un problema perche' per esempio sulla guerra in Afghanistan e' l' unico che informa). Il Fatto, appena varato, sembra in buona salute e nella sua attenzione alla "legalita'" non passa sotto silenzio gli atteggiamenti discutibili della sinistra,sia quando e' coinvolta in vicende non limpide, sia quando non affronta in maniera adeguata l' illegalita' e l' immoralita' della destra (che e' ormai gigantesca per Berlusconi ma anche per tutto l' ambiente che ruota attorno).
Sono dunque due giornali utili ed e' bene che raccontino quel che succede davvero nel paese. Se non condividono le posizioni e l' identita' di alcuni partiti o movimenti o sindacati esprimano questo in articoli di commento, usando lo strumento degli argomenti e non lo strumento di nascondere alcuni e dare evidenza ad altri.
Siamo gia' messi abbastanza male a sinistra.

sabato 20 febbraio 2010

Fotovoltaico,eccezionale boom di allacci a dicembre

FOTOVOLTAICO, ECCEZIONALE BOOM DEGLI ALLACCI A DICEMBRE
In un solo mese allacci per una potenza pari al 25% della potenza totale installata precedentemente.

Il 17 febbraio 2010, sul sito del GSE, il contatore della potenza degli impianti fotovoltaici che hanno richiesto gli incentivi del I e II conto energia segnava 781 MW per il II c.e. e 164 MW per il I c.e., con un totale di oltre 945 MW.Il 31 dicembre 2009 lo stesso contatore era fermo ad un totale di 759 MW.
In 50 giorni quindi hanno richiesto gli incentivi del conto energia impianti per una potenza complessiva di 186 MW, il 25% di quanto registrato fino al 31 dicembre scorso. Sono impianti nella quasi totalita' allacciati nel mese di dicembre 2009 che hanno 60 giorni di tempo per inviare le richieste di accesso all' incentivo statale, diminuito poi a gennaio 2010 del 2%.Gli attuali incentivi rimangono fino a dicembre 2010;sono limitati a 1200 MW ma una volta raggiunto questo limite hanno diritto allo stesso aiuto anche gli impianti allacciati entro 12 mesi dal raggiungimento di questo tetto.
Nel 2011 ci sara' un nuovo conto energia, per il momento non ancora ufficializzato, esiste solo una bozza del Ministero competente che sara' discussa innanzitutto in una conferenza Stato-Regioni. Questo primo confronto era stato annunciato per l' 11 febbraio ma non c'e' stato e difficilmente avverra' prima delle prossime elezioni regionali.
I contenuti di questa bozza sono invece noti: nei prossimi anni il governo e' orientato a diminuire in maniera sensibile gli aiuti ai grandi impianti e abbassare del 4-6% quelli ai piccoli sotto i 20 kw, cambiano i criteri di valutazione degli impianti attualmente divisi in architettonicamente integrati, parzialmente integrati e non integrati.
Probabilmente non era previsto il gran numero di installazioni che nell' ultimissimo periodo hanno richiesto gli incentivi, nonostante anche lo scorso anno nel mese di dicembre ci sia stata un' inpennata di allacci e nella scelta del governo influira' il numero finale degli incentivi concessi fino a dicembre 2009 che sara' chiaro solo a fine mese (oggi 18/2 si sono aggiunti altri 5 MW di impianti installati).
Lo sviluppo tumultuoso del fotovoltaico di questi ultimi 5/7 anni e' sempre andato oltre le previsioni ufficiali. L' Unione Europea per esempio indicava in un libro bianco gli obiettivi per il 2010 per l' energia prodotta da fonti rinnovabili, per il fotovoltaico l'obiettivo era di 3000 MW di potenza installata, ne sono stati installati alla data prefissata ben 10.000 MW. In Italia nel 2005 era indicato un obiettivo per il 2015 di 500 MW , la meta' di quanto realmente installato gia' ora nel 2010.
Le associazioni dei costruttori indicano per l' Europa la possibilita' nel 2020 di una quota di energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici pari al 12% dell' energia totale, ma le previsioni sono veramente impossibili e lo sviluppo del solare come fonte di energia dipendera' soprattutto da come andra' la competizione tra le diverse fonti che sono tra loro alternative.
E' questa una partita complessa ed e' auspicabile che tutti la seguano con la massima attenzione.

SOLEPRODUX NOTIZIE
soleprodux engineering Roma

sabato 30 gennaio 2010

Il fotovoltaico nel Lazio, al 31/12/2009 e' presente in misura molto inferiore alla media italiana.

Nel contatore del sito del GSE ancora non sono registrati tutti gli impianti fotovoltaici installati prima del 31/12/2009 ma le cifre presenti sono gia' indicative dell' andamento della crescita di questa tipo di produzione di energia elettrica.
Il Lazio ha una potenza installata di 40.584 kw ( 1 kw ogni 125 abitanti) mentre in Italia risultano installati 759.909 kw ( 1 kw ogni 75 abitanti). Il Lazio perde anche il confronto con il totale delle regioni meridionali, isole comprese, che vede installato 1 kw ogni 85 abitanti. Nel Sud sono presenti soprattutto grandi impianti che hanno qui un rendimento migliore grazie ad una maggiore insolazione, ma la diffusione del fotovoltaico nel Lazio e' leggermente inferiore a quella meridionale anche per gli impianti inferiori a 20 kw. Ancora piu' duro il confronto con le regioni piu' avanzate nello sviluppo dell' energia solare. La Sardegna, per impianti inferiori a 20 kw, ha 1 kw installato ogni 98 abitanti , il Lazio 1 kw ogni 285. Il Trentino Alto Adige per il totale degli impianti ha 1 kw installato ogni 20 abitanti contro 1 kw ogni 125 abitanti del Lazio.
Lo sviluppo limitato della tecnologia fotovoltaica nel Lazio dipende sicuramente anche dalla grande concentrazione di abitanti nell' area metropolitana di Roma,il fotovoltaico per uso domestico e'infatti per il momento indirizzato soprattutto ad abitazioni di piccole dimensioni e non a grandi condomini, ma c'e' uno sviluppo insoddisfacente anche per gli impianti compresi tra 3 kw e 20 kw che sono invece per lo piu' rivolti a piccole imprese. Tutto questo nonostante nella regione siano presenti ricchezza e competenze tecniche.
Per il momento mi fermo a segnalare questi dati che contrastano, tra l' altro, con le ambizioni del piano energetico regionale della Regione Lazio. Questo indica un obiettivo di 1000 MW di potenza installata per impianti fotovoltaici entro il 2020 (in Toscana ,per esempio, l' obiettivo e' 150 MW, dato sicuramente sottostimato). Ricordo solamente , come ben spiegato da Nicola Cipolla su Il Manifesto,che la lotta al nucleare, al carbone, agli incentivi per gli inceneritori (sottratti alle rinnovabili), va unita ad un impegno per lo sviluppo delle rinnovabili. Energie rinnovabili che ,rispetto agli anni 80,anni di lotte vittoriose contro il nucleare, sono ormai molto piu' avanzate tecnologicamente e competitive.

domenica 24 gennaio 2010

Riflessioni su PD e liste alternative al centrosinistra

Torno sull' argomento della presentazione di liste alternative al centrosinistra e lo faccio volutamente oggi, prima del risultato delle primarie pugliesi, perche' ,comunque vada questa consultazione, non cambiera' niente della sostanza della questione.
Dunque..su alcune questioni importantissime ci sono posizioni nel programma e nella prassi del PD che sono inconciliabili con le posizioni di una sinistra diffusa, anche se minoritaria e frammentata. Sulla guerra e i suoi strumenti (basi, missioni, trattati), su rigassificatori e inceneritori,sul neoliberismo e le politiche sociali, sul razzismo ecc.Alle politiche del 2008 le tre liste "alternative" al centrosinistra (PCL, Sinistra Critica,Per il Bene Comune) presero complessivamente l' 1,7-1,8% contro un 3,4% del simbolo "sinistra Arcobaleno" che raggruppava ben 4 partiti. Alle Europee del 2009, a causa della raccolta di firme necessaria alla presentazione di liste, si e' presentato solo il PCL nel centro-nord ed ha preso circa l'1%. Alle prossime elezioni regionali Il PCL e qualche lista alternativa cercheranno di presentare liste ma la soglia di firme da raccogliere e' altissima: il doppio del numero di firme necessarie a presentare liste alle
politiche e la necessita' di raggiungere in almeno 6 province (questo vale sicuramente per la Toscana)le firme necessarie. La soglia per accedere ad una presenza nei consigli regionali penso che sia quasi ovunque fissata al 4%, tuttavia e' utile anche la presentazione di liste con poche speranze di raggiungere il quorum per un consigliere. La presenza di queste liste alla competizione elettorale permetterebbe infatti di discutere di argomenti importantissimi che altrimenti sarebbero completamente rimossi dal dibattito. Ma come aiutare chi si appresta a questa difficile prova di raccolta di migliaia di firme? Secondo me la strada e' fare emergere la questione, parlarne ovunque possibile, fare una campagna apposita per aiutare chi vuole raccogliere firme. E' utile segnalare anche chi e dove si appresta a fare questo, fare un mutuo soccorso, nel senso di aiutare anche chi non la pensa come noi ma in una determinata zona ha bisogno del nostro aiuto. Io
segnalo le liste che so in costruzione: PerUnaltraToscana(Verdi,Sinistra Citica, Umanisti e comitati vari), una lista di cittadini nel Lazio (alla quale partecipano per il Bene Comune e Partito Umanista), il PCL in molte regioni del centro-nord, una possibile lista di sinistra nel lazio alla quale lavora Sinistra Popolare di Marco Rizzo. Concludo, mi piacerebbe su questo una vera e propria campagna nazionale che magari potrebbe aiutare nuovi tentativi (ad esempio in Piemone chi e' contro la Tav potra' votare qualcuno che non appoggia la giunta regionale?), quello che posso fare io e' solo segnalare la questione.

domenica 17 gennaio 2010

Pacifisti processati per essere entrati nella base Dal Molin. Prof. L'Abate si dichiara correo.

Pacifisti processati per essere entrati nella base Dal Molin. Prof. L’Abate si dichiara correo.

Il prof. L’Abate si dichiara disponibile a ripetere il gesto di Turi e Agnese, penetrati nella base USA Dal Molin in costruzione, qualora i due non siano assolti nel prossimo processo.

E’ stato rinviato (per la terza volta) il processo a Turi Vaccaro e Agnese Priante. I due l’ 11 novembre scorso erano entrati per seminare “semi di pace” dentro la costruenda base USA Dal Molin. Rischiano da 1 a 5 anni di carcere. A Turi ,su richiesta del PM, e’ stato ordinato il divieto di dimora nell’ intera provincia di Vicenza. Quella messa in atto nel giorno di San Martino e’ stata un’ azione nonviolenta che invita tutti a lottare contro la militarizzazione. Alberto L’Abate ha fatto pervenire una “dichiarazione di correita’” che riportiamo.

DICHIARAZIONE DI CORREITA’ di Alberto L’Abate

Il sottoscritto Alberto L’ Abate, nato a Brindisi, e residente a Firenze, dichiara la sua totale solidarieta’ con Turi Vaccaro e Agnese Priante, che il giorno 11 novembre sono entrati nella costruenda base militare di Vicenza (detta Dal Molin), per il bellissimo e simbolico gesto di seminare fiori in un campo destinato, se viene completato, a seminare morti.

Il loro gesto e’ in totale consonanza con la volonta’ della popolazione di quella citta’ che, con manifestazioni varie,con una stragande maggioranza di voti ad un referendum autogestito, e con un ricorso giuridico al Tar della Regione, vinto, ma annullato autoritariamente dal Consiglio di Stato, ha dimostrato concretamente di non volere questo raddoppio di una base militare gia’ esistente che porterebbe a quasi triplicare la gia’ elevatissima presenza di basi militari in quella citta’ (attualmente di 1.326.000 mq).

Il sottoscritto si augura che i giudici che domani mattina (il 15 gennaio – ndr) dovranno giudicare i due imputati per “ingresso abusivo in una zona militare” capiscano l’ alto valore simbolico del loro bel gesto, e li assolvano.

In caso contrario si dichiara disponibile a ripetere il loro gesto, subendo anche lui le conseguenze di una eventuale condanna. Non e’ possibile infatti che si continuino, impunemente, a spendere miliardi e miliardi di euro per strutture di morte, mentre non si spende quasi un euro per strutture di vita (il rapporto stimato tra soldi investiti per la prevenzione dei conflitti armati e quello per fare le guerre e’ di 1 euro per la prevenzione contro quasi 10.000 euro per la guerra).

In due lettere al presidente Obama il movimento nonviolento di Vicenza, con l’ attiva partecipazione del sottoscritto e delle associazioni nonviolente di cui egli fa parte, viene chiesto infatti di interrompere la costruzione della nuova base e di destinare almeno una parte delle strutture gia’ esistenti a dar vita ad una scuola di formazione di Corpi Civili di Nonviolenti Disarmati, quali quelli che il Parlamento Europeo, in sue ripetute delibere (1995,1999,2002), ha considerato indispensabili affinche’ l’ Europa porti avanti una politica di prevenzione dei conflitti armati.

Con l’ auspicio che il gesto di Turi e Agnese serva a risvegliare il desiderio e l’ azione di massa per una prevenzione dei conflitti armati il sottoscritto si dichiara disponibile a considerarsi correo ed eventualmente a ripetere il loro gesto e subire la loro sorte.

Con rispettosi ossequi.

Alberto L’ Abate.

Il professor Alberto L’ Abate e’ un sociologo impegnato nella ricerca per la pace e la nonviolenza ed unisce allo studio l’ impegno in prima persona. Giovanissimo collaboratore di Aldo Capitini, ha operato anche in Sicilia con Danilo Dolci. Si e’ dedicato soprattutto allo studio dei conflitti e della prevenzione delle guerre. Promotore del corso di laurea in “Operazioni di pace,gestione e mediazione dei conflitti” dell’ Universita’ di Firenze, e’ da sempre impegnato nel Movimento Nonviolento, fondato da Aldo Capitini negli anni ’60. Collabora con varie organismi internazionali, compresa l’ ONU.

lunedì 11 gennaio 2010

Cronaca quasi in diretta della carica e del presidio antirazzista del 9 gennaio all' Esquilino.

Non so quanti eravamo al presidio all' Esquilino, direi 150 persone. Due striscioni contro i cie, uno striscione di bambini , una bandiera della fiom, una bandiera di sinistra e liberta', una biandera della pace, una bandiera "clandestino" ,una ventina (se non sbaglio) di compagni di socialismo rivoluzionario, il comitato antirazzista di monteverde con il suo striscione. Ad un certo punto alcune decine di partecipanti hanno cercato di dirigersi verso il viminale, sono stati fatti avanzare. E' rimasto in piazza dell' Esquilino il gruppo di Socialismo rivoluzionario, il comitato antirazzista di Monteverde, la bandiera della pace.Dopo qualche minuto chi era andato verso il viminale e' tornato indietro di corsa disperdendosi un po, gli agenti li andavano dietro. Gli agenti si sono fermati davanti allo striscione del comitato antirazzista di Monteverde, alla bandiera della pace, e ai compagni di Socialismo Rivoluzionario che non si sono mai mossi.. Chi era andato verso il Viminale si dirige nelle strade verso Piazza Vittorio e San Lorenzo, in realta' sono almeno un terzo delle persone che erano al presidio. Salutiamo gli amici rimasti in piazza. Vengo all' internet point e trovo gia' i lanci di agenzia che parlano di cariche e tensione. Nessun media parlera' dei venti compagni di Socialismo rivoluzionario, della bandiera della pace, del comitato antirazzista di Monteverde, dei bambini. Siamo stati sempre fermi in piazza dell' Esquilino e la corsa degli agenti con i manganelli minacciosi dietro i dimostranti si e' fermata li' perche' noi eravamo li', fermi, pacifici, con i nostri striscioni ,con le nostre bandiere. Ne parlo io.

saluti marco

I commenti della sinistra sono stati concordi, sia quelli della sinistra istituzionale (SeL e Manifesto) sia quelli della sinistra movimentista: nessuna critica a chi ha scelto la strategia della manifestazione, nessuna parola su chi in piazza ha fatto una scelta diversa. Ma ci sono alternative a questa condotta superficiale.Basta leggere qualche libro di nonviolenza e conoscere le numerose esperienze di conflitto nonviolento.